Il socialista (PSOE) Pedro Sanchez eletto premier di Spagna per la terza volta
In meno di sei mesi è riuscito a compiere una sorta di “miracolo politico”: dopo il flop di maggio alle ammnistrative, la sua carriera politica sembrava ormai al tramonto.
Ora invece è di nuovo alla Moncloa, confermandosi il punto di riferimento di tutta la sinistra europea.
Per Sanchez l’accordo con i separatisti rafforza “la convivenza e gli interessi della Spagna” e soprattutto permette la nascita di governo progressista, un “muro” all’avanzata dell’estrema destra.
Proprio le difficoltà della destra, con un Partito popolare (Pp) spesso appiattito sulle tesi radicali di Vox, hanno aiutato il premier a ridurre le distanze con i partiti più piccoli. Se il Pp ha tentato, invano, di dialogare con alcuni di loro, Vox ha già presentato una proposta per metterli tutti fuori legge.
Congratulazioni sono arrivate a Sanchez dai vertici europei, da Charles Michel a Ursula von der Leyen. Il capo di Vox, Santiago Abascal, invece, in aula ha definito Sanchez un “golpista”, paragonandolo addirittura a Hitler.
Fonte: ANSA